domenica 30 aprile 2017

Gli Uomini sono Frugivori: Eccone la Dimostrazione Antropologica

Gli esseri umani sono “animali tropicali” e infatti continuiamo a ricreare i tropici dovunque viviamo a suon di riscaldamento a pavimento, piumini e piumoni. Il nostro DNA non si è adattato all’ambiente, siamo noi ad aver forzato l’ambiente ad adattarsi a noi, fan notare gli esperti. Allo stesso modo, l’anatomia comparata ci mostra che non ci siamo affatto “adattati” a consumare cibi animali, abbiamo solo deviato dalla nostra dieta naturale, e non senza pagarne il prezzo.
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Viviamo di più oggi che un tempo, vero, ma grazie a maggior tecnologia, farmaci e igiene, non perché mangiamo meglio. La realtà è che siamo sempre più ammalati (e sempre prima nel tempo).
La prevalenza estesa di problemi di salute legata alla dieta, soprattutto nelle nazioni industrializzate, suggerisce che molti esseri umani non stanno mangiando in modo compatibile alla loro biologia” (Milton 1999).
I nostri denti, il nostro intestino, il pH del nostro stomaco, la lunghezza del nostro intestino, la nostra incapacità di sintetizzare da soli la vitamina C o di gestire bene il colesterolo è rimasta invariata. La nostra saliva  è  ancora alcalina,  proprio come  quella degli oranghi (perché non servono grandi acidi se non si ingerisce un pezzo di animale morto!).
La saliva degli erbivori e dei carnivori invece è acida.  Insomma, sotto sotto siamo sempre rimasti gli stessi esseri primitivi che eravamo…  Come spiega il Dr. Michael Greger,   dagli studi archeologici del paleolitico si evince che “mentre mangiare le verdure verdi è importante, sembrerebbe che lo status dietetico naturale della specie umana sia primariamente quella di un mangiatore frugivoro”.

FRUGIVORI NEL DNA…
Le femmine di grandi scimmie, così geneticamente e morfologicamente simili a noi, sono classificate come animali frugivori. Sono più di 2.000 le specie di vegetali di cui si nutrono gli oranghi nel Borneo, e per un 70-90% si tratta di frutti.
Negli aspetti nutrizionali e sociali, anche “l’alimentazione dei proto-ominidi sarebbe stata simile a quella essenzialmente vegetariana delle scimmie antropomorfe attuali”.
Anche i nostri denti lo confermano. O meglio, i denti degli ominidi africani studiati da Alan Walker:  “Ogni dente esaminato, a partire dai fossili di ominidi di 12 milioni di anni fa, presenta le striature tipiche dei mangiatori di frutta, senza eccezione alcuna“.
Ormai vari dati provenienti da varie linee di evidenza (anatomica, fisiologica, paleontologica) “supportano la visione che la linea ancestrale che ha dato vita all’Homo spp. fosse fortemente basata sul consumo di vegetali. La dieta giornaliera probabilmente era costituita largamente da frutti selvatici”. Le diete dell’Eden “dovevano essere ricche di fibre, di proteine vegetali, di fitonutrienti e povere di grassi saturi”  (Jenkins 2003).

Ma le scene di caccia dipinte nelle caverne?” si chiede la mia vicina di casa Betta… “Perché non hanno disegnato una mela invece?”.
“Beh, se dovessi disegnare tu su un muro per i posteri il pasto più memorabile della tua vita…”,
le ha risposto il mio amico Renzo appassionato di antropologia, “ti ritrarresti mentre prepari una pastasciutta o mentre ti gusti un glorioso banchetto di nozze?”.
Touchè!
Ancora oggi il lavoro quotidiano delle donne è sottovalutato, ma era proprio questa paziente opera di raccolta di donne e bambini a sfamare la gente (proprio come ancora oggi nelle tribù più antiche). Gli uomini andavano a caccia una tantum ma poi non parlavano d’altro, come fa riflettere lo scrittore Jim Mason, nel suo stupendo libro “Un Mondo Sbagliato”.

CACCIATORI DI CAROGNE
“La teoria dell’uomo cacciatore riflette una serie di pregiudizi, anziché basarsi sulla documentazione fossile e sull’ecologia della ricerca del cibo”
Robert Blumenschine e John Cavallo
Che i nostri più antichi antenati non fossero affatto i grandi cacciatori che si pensava è un fatto ormai assodato in antropologia. La caccia organizzata si è consolidata solo 25.000 anni fa, un battito di ciglia galattico nella lunghissima storia dell’Homo.
I primi “cacciatori” non erano altro che degli occasionali “ladri di carogne”, rubavano qualche morso di animale già ucciso da altri, ma “chi non preferisce assomigliare al leone, più che all’avvoltoio?”, si chiedevano gli esperti Robert Blumenschine e John Cavallo. Cacciare è nobile, andar per carogne meno. Ed ecco che il mito dell’uomo carnivoro e cacciatore resiste nei secoli.
Questo cibarsi di avanzi tra l’altro “non avrebbe potuto procurare l’ECCEDENZA di carne necessaria per la spartizione del cibo”, fece notare il famoso archeologo L. Binford già negli anni ’80. Bisognava fare in fretta. Non c’era tempo di fermarsi a banchettare insieme e socializzare:
“Ognuno per sé e viva il Re!”.
Non è quindi  grazie alla caccia se gli ominidi hanno imparato a collaborare, a socializzare tra loro, a parlare.
E  non era la grandezza del cervello a contraddistinguerci dalle altre grandi scimmie quando ci siamo separati da loro, ma l’aver acquisito  la capacità di assumere una postura eretta.

HOMO RICERCATORE…

Il perché abbiamo cominciato ad andare in giro “su due zampe” dipende se vogliamo pensare il peggio o il meglio della nostra specie.
Se pensate il peggio, darete ragione alla famosa teoria di Charles Darwin: “Finché dovevano abitualmente usare le mani per camminare non avremmo mai potuto perfezionarle per fabbricare armi o per tirare sassi e lance con la mira giusta”.
In pratica, avremmo imparato a camminare per poterci armare e fare del male agli altri:  Homo Cattivus!
Peccato, dicono gli esperti antropologi, che “non vi sia traccia alcuna di attrezzi  del genere ai tempi dei primi bipedi”,  e non si cacciava ancora assolutamente nulla, né vi era il fuoco per cucinare carne (Wayman 2012). L’Homo Abilis verrà molti milioni di anni dopo.  A cosa ci servivano entrambe  le  mani libere quindi? Cosa potevamo mai afferrare a mani nude?
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LA SOPRAVVIVENZA DEL PIÚ  … DOLCE
La nostra mano è perfettamente adattata per raccogliere la frutta, non per uccidere un animale. Più mani libere ho, più frutta riesco a raccogliere e portare via al sicuro. Questa è esattamente la teoria degli scienziati fin dagli anni ’60: abbiamo imparato a camminare e correre per poter TRASPORTARE la frutta in posti sicuri quando il clima ha cominciato a farsi più freddo con le prime glaciazioni e la frutta ha cominciato a scarseggiare.
Ci sono prove di questa affascinante ipotesi?
Sì, fresche fresche e di tutto rispetto…
2012, Guinea.
Alcuni scimpanzé ritrovatisi in mezzo all’aperta savana, nel vedere davanti a loro delle papaye e altra frutta preziosa (messa a loro disposizione dai ricercatori nascosti) hanno cominciato a riempirsene mani e bocca e poi camminando eretti(Carvalho 2012).  Le foto sono impressionanti (e le trovate cliccando a destra dell’articolo scientifico sopra citato, alla voce ‘Download images’).
Gli scimpanzé che andavano via “su due piedi” riuscivano a trasportare più del doppio di frutta, rispetto a quelli che invece andavano via a tre o quattro zampe.
E più il frutto era prezioso  (cioè poco disponibile dove vivevano),  più se ne portavano via camminando su due piedi.
In pratica, camminare eretti ha molto più a che fare con il nostro essere frugivori di quanto non si pensasse.
Quest’ evoluzione ci ha permesso di mangiare più frutta o poterla condividere con altri.
A sua volta,  questa evoluzione ha molto a che fare con la grandezza del nostro cervello…
DIETA FRUGIVORA = CERVELLO GRANDE
Gli antropologi più esperti ormai negano che sia stata la carne a far ingrandire il cervello, perché i dati non lo supportano.
Il nostro cervello si è triplicato molto prima che l’Homo cominciasse a cacciare in gruppo o a utilizzare il fuoco per cuocere carne regolarmente.
Il cervello poi ha bisogno di glucosio per funzionare. Ne deve ricevere in abbondanza tutti i giorni. Niente scorte. Ha bisogno di zuccheri buoni, a gogò, e la prima fonte di zuccheri è sempre stata la frutta.
Il cervello si è ingrandito proprio nel periodo storico in cui la frutta, alla base della nostra dieta, cominciava a scarseggiare, o a essere più difficile da scovare per via dei cambiamenti climatici.
Il bisogno aguzza l’ingegno”, dice il detto.
La necessità è la madre di tutte le invenzioni”, dicono gli inglesi. Avete presente cosa consigliano i veterinari per stimolare la mente di cani e gatti nei canili ?
Di nascondere loro il cibo e costringerli a cercarlo tirandolo fuori da contenitori di gomma studiati apposta.
Può essere che sia stato il doversi scervellare per trovare la frutta a far ingrandire il cervello?
Sembra proprio andata così…
Fin dagli anni ’90, studiose come K. Milton hanno postulato che  “la pressione favorevole degli alimenti vegetali di alta qualità, relativamente difficili da trovare, incoraggia lo sviluppo di complessità mentale (ripagata da una maggiore efficienza di foraggiamento)”.
La parte del nostro cervello più sviluppata è proprio la corteccia frontale, quella che ha a che fare con il dover risolvere i problemi. E il problema più pressante per gli esseri umani di allora? Trovare la frutta!
Mentre altre scimmie hanno imparato a consumare molte più verdure e cortecce, noi siamo rimasti frugivori nel midollo, e ci siamo dovuti “spremere le meningi” per trovarla…
Sempre la Milton, osservando le scimmie Atele e Aluatta, notò per prima una relazione significativa tra dieta e grandezza del cervello.

(By Arturo de Frias Marques – Own work, CC BY-SA 3.0)
Tra le famiglie dei primati, “quelli che mangiano frutta hanno un cervello più grande in proporzione al loro corpo, rispetto a quelli che mangiano foglie”.  Vale anche per i pipistrelli: “quelli che si nutrono di frutta hanno cervello considerevolmente più grande di quelli che mangiano insetti”.  E vale anche tra i gli scoiattoli!  (Harvey 1983).
Proprio recentemente, un prestigioso team di ricercatori ha confermato che  “i frugivori mostrano cervelli più grandi dei mangiatori di foglie”  (DeCasien, 2017).  Mangiare frutta è stato il motore  dell’evoluzione del cervello nei primati, gli animali a noi più simili. In base alla loro ricerca basata su più di 140 specie di primati hanno potuto concludere che la grandezza del cervello si può dedurre in primis proprio dalla dieta:Chi mangia frutta, rispetto agli erbivori che si cibano di foglie, ha un cervello più grande in media del 25%”.

Una notizia che ha stupito tutto il mondo (tranne i fruttariani)…
http://www.eticamente.net/56191/gli-uomini-sono-frugivori-eccone-la-dimostrazione-antropologica.html

sabato 29 aprile 2017

Rosa Parks: la Vegetariana dietro Martin Luther King

Eccoci  alla seconda vegetariana storica da riportare a galla dal passato: Rosa Parks.
Forse la donna vegetariana più famosa di tutte. Senza di lei non avremmo avuto Martin Luther King.  Tutti infatti conosciamo quest’uomo, ma in pochi  sanno quale fu l’evento che lo portò alla ribalta e chi vi fosse dietro.
Era il 1955, Alabama, Stati Uniti.
Rosa è una giovane sarta di 42 anni e sta tornando a casa dal lavoro in pullman.
E’ il primo dicembre. E’ buio. Sono le sei di sera.
Come suo solito va a sedersi nei posti riservati ai neri. A quel tempo infatti vigeva la segregazione razziale negli Stati Uniti. I bianchi da una parte, i neri dall’ altra, a scuola, sui mezzi pubblici, dovunque.
Rosa  è seduta molto vicina ai sedili riservati ai bianchi.
Troppo vicina.
A un certo punto sale un uomo bianco e trova tutti i posti occupati.  Il conduttore del pullman se ne  accorge e come normale amministrazione al tempo chiede a tutta la prima fila di neri di alzarsi e lasciare i posti liberi.
Gli altri tre passeggeri neri vicino a Rosa non fanno una piega e cominciano ad alzarsi come bravi bambini ubbidienti, abituati ormai da troppo a queste umiliazioni, e se ne vanno in fondo al pullman.
Rosa no.
Rosa resta seduta e si tiene stretta il suo sedile “come una coperta in una notte d’inverno”.
Allora? Ha intenzione di alzarsi?” le chiede l’autista.
No”, risponde secca Rosa.
Allora la farò arrestare”.
Faccia pure”, risponde Rosa.
Disobbedienza civile.


Viene arrestata e portata subito in prigione, da dove uscirà su cauzione il giorno dopo.
Ma la notizia comincia immediatamente a circolare.
In tanti conoscono Rosa e l’apprezzano, e il suo arresto diventa la goccia che fa traboccare un vaso ormai stracolmo.
Non avevo idea” dirà la Parks, “che rifiutandomi di dare il mio posto su quel pullman  la mia piccola azione  avrebbe aiutato a metter fine alle leggi di segregazione”.
Ma andò proprio così.  Ognuna di noi può fare la differenza.
Tutta questa storia è raccontata nella sua autobiografia “My Story”, scritta quando aveva già 79 anni.  Ora, non pensate che Rosa fosse una donna qualsiasi che per caso si trovò a dire un NO coraggioso. Avrà avuto anche l’aspetto di una timida sartina, ma Rosa faceva da tempo parte dell’Associazione per l’Avanzamento delle persone di colore, e tra l’altro era proprio lei l’addetta a investigare i casi di abusi sessuali contro le donne nere.
Immaginatevi cosa deve aver visto e sentito.
Insomma, Rosa era una ninja di primo livello, ed era pronta a fare la sua parte fosse servito e quando quel momento è arrivato, non ha esitato.
La gente dice sempre che non ho ceduto il mio posto perché ero stanca. Non ero fisicamente stanca, o non più stanca di quanto non fossi alla fine di una giornata di lavoro.  Non ero vecchia, anche se alcune persone si sono fatte un’immagine di me di persona anziana. No, l’unica cosa di cui ero stanca, era l’essere stanca di cedere”.
I giorni dopo il suo arresto si scatenò il putiferio vi dicevo.
Anzi, già la notte stessa.
Fu stando in piedi fino all’alba infatti che un’insegnante femminista si riunì con altre socie del Women’s Political Council e decisero di proporre un boicottaggio di tutti i mezzi pubblici.
Non c’era Internet, non c’era Facebook, ma loro riuscirono in una notte a stampare ben 35.000 volantini che annunciavano l’idea e il giorno dopo erano davanti alle scuole a consegnarli uno ad uno a tutti i bambini, da portare a casa:
Non andate in pullman da nessuna parte lunedi 5 dicembre. Un’altra donna è stata arrestata per non aver ceduto il suo posto. Venite a Messa alle 7 di sera lunedi per altre istruzioni”.
Questo in breve il sunto del volantino, che finì anche sui giornali locali.
Quel lunedi sera, in Chiesa, l’enorme folla  che si radunò insieme a Rosa trovò a parlare sul pulpito il reverendo Martin Luther King. Era stato nominato lui per gestire l’intera complessa operazione e per incitare la folla a continuare il boicottaggio per altri giorni.
Voi che avete paura, prendete cappello e cappotto e andate a casa” dirà subito alla sua congregazione.
Arriva un momento quando la gente si stanca. Noi siamo qui questa sera per dire a coloro che ci hanno maltrattato così a lungo che siamo stanchi”.
Tenete conto che Martin Luther King era quasi sconosciuto al tempo, ma da quel momento ottenne visibilità a livello nazionale, e il resto è storia.
La storia però è partita da una sartina con le ovaie e vegetariana.

Rosa infatti non mangiava animali.
Questo è quello che disse a riguardo da anziana:
Sono vegetariana da oltre 40 anni.  Da piccola ho avuto problemi di salute per colpa di una cattiva alimentazione. Mangiare sano per me era una priorità”.
Tra i suoi cibi preferiti? Broccoli, le patate dolci e i fagiolini. Rosa morì di vecchiaia a 92 anni.  Al suo funerale, la famosa Condoleeza Rice disse che se non fosse stato per la Parks, non sarebbe mai diventata la prima afro-americana segretaria di Stato.
Anche M. L. King era ben consapevole del ruolo storico di questa donna: A lei infatti dedicò il suo libro “Stride Toward Freedom”…
A Rosa Parks, la cui testimonianza creativa fu la grande forza che portò alla lotta moderna verso la libertà”.
Purtroppo,  gli animali segregati negli allevamenti oggi non possono riunirsi e far partire un boicottaggio, ma seguendo una dieta vegana, in un certo senso, stiamo tutti boicottando l’industria della morte e ognuno di noi può fare la sua parte.
Rosa infatti continuava a ripetere che non servono persone straordinarie, lei – diceva – era normalissima.
Non diventò mai ricca, né troppo famosa.
Venne in parte dimenticata, coperta dall’ombra di Martin Luther King, ma continuò a devolvere parte del suo stipendio da segretaria alla causa e a lavorare dietro le quinte.
Dopo la morte del marito, decise di fondare un istituto con lo scopo di motivare gli adolescenti a raggiungere il loro migliore potenziale.
Questa è l’ultima sua bellissima citazione con cui voglio lasciarvi:
Ogni persona deve vivere la sua vita come modello per gli altri”.
http://www.eticamente.net/55310/rosa-parks-la-vegetariana-dietro-martin-luther-king.html

giovedì 27 aprile 2017

IL LIBRO DI MIRDAD


Il segreto della saggezza e della conoscenza.

Un libro "per sempre" scritto da Naimy, amico di Kahlil Gibran.

Narra la storia di Mirdad, un misterioso straniero, che va in visita al remoto monastero della montagna dell'Arca, in Libano, e lì si assume il ruolo di insegnante e di guida spirituale per i nove allievi che si è scelto.

"Al mondo ci sono migliaia di libri, ma il 'Libro di Mirdad' è superiore a qualunque altro libro esistente. È un peccato che pochi lo conoscano, per il semplice motivo che non è un testo sacro. è una parabola, un racconto immaginario, ma contiene una verità oceanica. È un libro da leggere col cuore, non con la mente." Osho

“Solo l’ignoranza ama essere ornata di parrucche e di toghe sì da poter emanare leggi ed infliggere condanne”.

“La fede che nasce su un’onda di paura non è altro che la schiuma della paura: essa s’alza e s’abbassa con la paura. La vera Fede non sboccia che sullo stelo dell’Amore. Il suo frutto è il Discernimento”.

“Le parole sono nel migliore dei casi lampi che rivelano orizzonti; esse non sono strade che conducono a quegli orizzonti e, ancor meno, esse gli orizzonti.”

“Più che un inferno è l’avere ali di luce e piedi di piombo; l’essere sostenuti dalla speranza ed il venire sommersi dalla disperazione; l’essere spiegati dall’indomita fede ed il venire ripiegati dal pavido dubbio”.

I concetti si addensano in immagini di mirabile purezza, in esempi torniti, in limpide descrizioni del paesaggio. “Il libro di Mirdad” è un’esortazione a superare il dualismo, ad attingere la natura divina che è in noi, sepolta sotto uno spesso strato di sedimenti, la cui luce è offuscata dall’eclissi cieca e nera dell’esistenza.

Pieno di pàthos è il capitolo intitolato “La grande nostalgia”, ove lo struggente rimpianto della Beatitudine ancestrale trova accenti elegiaci.

Le parole di Naimy sono un balsamo per gli infermi. Sono rugiada sulla fronte del febbricitante. Che cos’è la vita, se non una febbre, una sete inestinguibile di Infinito, tosto risorgente, non appena è un po’ placata? L’autore, attraverso la seducente tessitura fonica, elargisce attimi intensi, visioni mistiche. Lascia persino baluginare l’ineffabile mistero dell’Assoluto, oltre l’Inferno, oltre lo stesso Paradiso. Così tutte le aspirazioni umane e persino gli ideali più alti, al cospetto dell’Unità primigenia, inscalfibile, si riducono a squallide carcasse, a relitti rosi dalla salsedine.
Citazioni:
“Voi siete l’Albero della Vita.

Fate attenzione a non frazionarvi. Non ponete frutto contro frutto, foglia contro foglia, ramo contro ramo; e non mettete il tronco contro le radici né l’albero contro la madre terra.

Questo è esattamente ciò che fate quando amate una parte più del resto o con l’esclusione del resto.

Voi siete l’Albero della Vita.

Le vostre radici sono ovunque. I vostri rami e le vostre foglie si trovano dappertutto. I vostri frutti sono in ogni bocca. Quali che siano i frutti di quell’albero, quali che siano i suoi rami e le sue foglie, quali che siano le sue radici, essi sono i vostri frutti, foglie, rami e radici. Se desiderate che l’albero produca frutta dolce e fragrante, se volete che essa sia sempre grande e colorita, badate alla linfa con cui nutrite le radici.

La linfa della Vita è l’Amore […]

Una foglia gialla sul vostro albero della vita è solo una foglia svezzata dall’Amore. Non biasimate la foglia gialla.

Un ramo inaridito è solo un ramo affamato d’Amore. Non incolpate il ramo inaridito […]

Ma condannate il vostro cieco ed avaro cuore che preferisce dare con parsimonia la linfa della vita ai pochi e negarla ai molti, negandola – in tal modo – a se stesso.

Nessun amore è possibile eccetto l’amore per il sé.

Nessun sé è reale salvo il Sé che tutto abbraccia.

Quindi Dio, che ama Sé stesso, è tutto Amore”.

(Mikhail Naimy)
 

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mercoledì 26 aprile 2017

10 malattie che possono essere trattate con la cannabis terapeutica


La Cannabis terapeutica è sempre più diffusa. Legale dal 2013 permette di trattare numerose patologie e promette di diventare la prossima rivoluzione in campo medico.

Anche se molte persone ancora non lo sanno in Italia la cannabis può essere prescritta per scopi terapeutici già dal 2013. Nonostante una legislazione molto stringente sul numero di patologie che possono essere legalmente curate con la cannabis terapeutica, la marijuana ha dimostrato nel tempo di avere numerose applicazioni in campo medico. Proprio per questo motivo la cosiddétta “Cannabis Terapeutica” sta vivendo una vera e propria età d’oro ed è sempre più richiesta come terapia, anche nel nostro paese!
Come detto le patologie che possono essere trattate con la cannabis terapeutica sono molto numerose, proprio per questo andremo a vedere insieme le dieci patologie che hanno dimostrato di trarre maggior beneficio clinico dalla cannabis.
Nota: Non tutte le patologie qui di seguito riportate fanno parte della liste delle malattie per cui è legalmente prescrivibile la cannabis in Italia.

1IL CANCRO

I cannabinoidi hanno un effetto antitumorale che agisce in 3 diversi modi: inducono la morte delle cellule tumorali, impediscono che si generino vasi sanguigni che rendano possibile l’invio di nutrienti tra le cellule cancerose e diminuiscono la capacità delle cellule tumorali di muoversi e invadere altri tessuti.

2L’ALZHEIMER

la cannabis ha proprietà antinfiammatorie tali da poter diminuire il processo che provoca il gonfiore e dunque pare essere in grado di proteggere i neuroni (quando una persona ha l’alzheimer, il suo cervello si infiamma e subisce una “neuroinfiammazione”).

3 LA SCLEROSI MULTIPLA

Uno studio sostiene che i cannabinoidi svolgono un ruolo immunomodulatore che blocca gli attacchi del proprio organismo e riduce così la morte neuronale che si verifica nei malati di sclerosi multipla.

4LA FIBROMIALGIA

Alcuni esperti hanno suggerito che i cannabinoidi sono applicabili per il trattamento del dolore cronico come la fibromialgia e hanno teorizzato che la malattia può essere associata a una carenza clinica nascosta del sistema endocannabinoide. Proprio grazie a queste ricerche la Cannabis Science Inc ha dato vita al primo cerotto alla cannabis per la cura della fibromialgia.

5 IL DIABETE

Studi preclinici indicano che i cannabinoidi sono inversamente correlati al diabete,poiché possono modificare l’avanzamento della malattia e dare sollievo sintomatico a quelli che ne sono affetti.

6LE MALATTIE NEURODEGENERATIVE

È stato scoperto che vari cannabinoidi hanno dimostrato efficacia nell’ alleviare la spasticità, gli spasmi o il dolore centrale.

7L’OSTEOPOROSI

Diversi studi clinici affermano che i cannabinoidi sono in grado di stimolare la formazione ossea e dunque possono essere utilizzati nella lotta contro l’osteoporosi ed altre malattie legate alle ossa.

8IL DISTURBO DA STRESS POST-TRAUMATICO

La cannabis può ammortizzare la forza o l’impatto emotivo dei ricordi traumatici facendo in modo che sia più facile per i pazienti riposare, dormire, sentire meno ansia e avere meno flashback.

9MALATTIE DELLA PELLE: COME PSORIASI, DERMATITE E PRURITO

I Ricercatori della University of Colorado School of Medicine hanno osservato un legame tra l’applicazione di tetraidrocannabinolo (thc) e una riduzione delle malattie della pelle, quali, psoriasi,prurito e dermatite atopica e da contatto.

10LA DEPRESSIONE


La depressione è una patologia che che affligge milioni di persone. Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Neuroscience, la marijuana sarebbe in grado di alleviare i sintomi della depressione nei pazienti
 

http://haze.academy/10-malattie-che-possono-essere-trattate-con-la-cannabis-terapeutica/

martedì 25 aprile 2017

L’attività cognitiva è influenzata dalla flora batterica intestinale.


L’attività cognitiva è influenzata dalla flora batterica intestinale.

L’attività cognitiva è influenzata dalla flora batterica intestinale alterata da diete ricche di zuccheri o di grassi
Grassi e dolci danneggiano la flora batterica intestinale e, di conseguenza, è danneggiata la funzione cognitiva.
L’attività cognitiva è influenzata negativamente dalle diete ricche di grassi e/o di zuccheri, che alternano la flora batterica intestinale. Uno studio condotto presso l’Università dello Stato dell’Oregon indica che sia le diete ricche di zucchero che quelle ricche di grassi, rispetto a una dieta normale, causano mutazioni nella flora batterica intestinale che sembrano connesse con una perdita significativa di “flessibilità cognitiva”, vale a dire della capacità di adattarsi al cambiamento di situazioni. 
Le più dannose sembrano essere le diete ad alto contenuto di zucchero, che danneggiano anche l’apprendimento giovanile per compromissione della memoria, sia a breve che a lungo termine.
La ricerca è stata condotta in Laboratorio sui topi che vennero nutriti in modo diverso e poi sottoposti a una serie di test, come quello del labirinto acquatico, per monitorare i cambiamenti delle loro funzioni mentali e fisiche, e associati all’impatto su vari tipi di batteri. Le scoperte sono state pubblicate nella rivista Neuroscience.
Kathy Magnusson, professore presso l’OSU College of Veterinary Medicine and e ricercatore principale del Linus Pauling Institute, ha detto: “è sempre più chiaro che i batteri che vivono nel nostro intestino, o microbiota, possono comunicare con il cervello umano. I batteri possono rilasciare delle sostanze che agiscono come neurotrasmettitori, stimolare i nervi sensoriali o il sistema immunitario e influenzare un’ampia gamma di di funzioni biologiche. Non siamo certi di quali messaggi vengono inviati, ma stiamo rintracciando i percorsi e gli effetti.”
I topi si stanno rivelando assai utili come modello per studi rilevanti per gli umani – ha detto Magnusson – su temi come l’invecchiamento, l’obesità, la memoria spaziale e altro ancora.
Nella presente ricerca, dopo solo quattro settimane di dieta ricca di grassi o di zuccheri, la performance dei topi in vari test su funzioni fisiche o mentali incominciò a decadere, rispetto agli animali a dieta normale. Il cambiamento più significativo si è avuto in quella che i ricercatori chiamano “flessibilità cognitiva”.
Magnusson ha commentato così: “il decadimento della flessibilità cognitive in questo studio è stato forte.” Questo vuol dire che di fronte a un problema inatteso – anche piccolo – non si è in grado di trovare soluzioni efficaci a risolverlo.
Questo studio è stato condotto su animali giovani – ha detto Magnusson, i quali normalmente hanno un sistema biologico più integro e perciò più capace di resistere alle influenze patologiche del loro microbiota. Se ne può dedurre che i risultati dello studio sarebbero stati ancora più severi se lo studio fosse stato condotto su una popolazione anziana.
 

Quella che viene indicata come “dieta occidentale”, ricca di grassi e zuccheri semplici è stata messa in relazione con una varietà di malattie croniche negli Stati Uniti, includenti l’obesità sempre più diffusa e un’aumentata incidenza di malattia di Alzheimer. (Science daily, June 22, 2015)
http://frontelibero.blogspot.it/2017/04/lattivita-cognitiva-e-influenzata-dalla.html 

lunedì 24 aprile 2017

Le proprietà del tè: la guida pratica

 Risultati immagini per il tè

Si tratta della bevanda più diffusa al mondo dopo l’acqua. Curiosamente, però, non tutte le proprietà del tè sono conosciute: non è una bevanda “solo” buona, ma anche benefica, al punto di potere essere considerato un vero e proprio medicinale naturale. Vediamo quali sono le principali caratteristiche da tenere presente.

Earl Gray, Darjeeling, Gunpowder. Nero, Lampsang Suchong, Oolong, Sencha… Tante varietà, un’unica preziosissima sostanza: il tè. Conosciuto e amato in tutto il mondo, tanto da essere la seconda bevanda più diffusa dopo l’acqua, il tè si ricava dalle foglie essiccate della Camellia Sinensis, pianta diffusa soprattutto in Cina, India, Sri Lanka, Malesia e Giappone.

Ma il tè non è solo buono e dissetante: dentro una tazza di tè si trova un elisir di lunga vita e di salute insuperabile. Il tè, infatti, contiene molte sostanze fondamentali che ne fanno una bevanda dalle virtù antiossidanti, ma non solo: vediamo meglio quali sono le principali.

Le proprietà del té, un vero e proprio medicinale naturale

Bio-flavonoidi (detti anche vitamina P): sostanze antiossidanti capaci di contrastare la diffusione dei radicali liberi e quindi l’invecchiamento cellulare. Al tal proposito un’equipe di oncologi nipponici ha studiato questo strano paradosso: i giapponesi, pur essendo uno dei popoli con più alta percentuale di fumatori, ha un tasso di tumori ai polmoni estremamente basso. Il merito sarebbe dell’Egcg (epigallocatechina), un polifenolo contenuto soprattutto nel té verde, che sembra rallenti la diffusione delle cellule tumorali e che costituisce una tra le più sorprendenti proprietà del té. Ma i flavonoidi, grazie alle loro virtù antiossidanti, agiscono sull’intero organismo, dando innumerevoli benefici: proteggono il sistema cardiovascolare, riducendo notevolmente il rischio di infarto, di ipertensione e di aterosclerosi.
Vitamina E, vitamina C e vitamine del gruppo B: presenti in tutti i tipi di té in grande quantità, sono indispensabili per il buon funzionamento dell’organismo ed efficaci nel riparare -tra gli altri- i danni causati dal fumo e dall’inquinamento.

Aminoacidi (come la teanina): hanno una azione rilassante. Il tè infatti, al contrario del caffé, pur essendo uno stimolante che favorisce la concentrazione, non provoca agitazione, anzi, è capace di rilassare senza causare sonnolenza!
Oligoelementi: anche questi vanno considerati rendono più forti capelli, unghie e smalto dentale

E questi sono solo gli effetti più notevoli. Il té è utile anche in caso di diarrea, infezioni dell’apparato gastrointestinale, alitosi, mal di testa. Insomma, una vera panacea.
E per chi è intenzionato a perdere qualche chilo di troppo, ricordiamo che tra le proprietà del té c’è anche quella di aiutare a bruciare i grassi senza che questo abbia effetti negativi per il cuore e il sistema nervoso: si tratta di una bevanda ad apporto calorico pari a zero e in più il té non contiene colesterolo.
Ne basta una tazza al giorno, meglio se bevuto al naturale o dolcificato con miele o zucchero di canna. Ogni volta che assaporerete questa bevanda amarognola dalla storia antica saprete di bere dei veri e propri sorsi di salute.

http://www.tuttogreen.it/guida-alle-proprieta-del-te/

domenica 23 aprile 2017

I VELENI PSICOLOGICI... E COME SALVARSI


Tutte le nostre malattie, incidenti, la rabbia e la scontentezza della vita sono il risultato dei veleni informazionali che occupano la psiche.
- Ti sei ammalato. Come mai? Il giorno prima qualcuno ti ha mosso delle accuse.
- Sei scivolato e ti sei preso un colpo. Come mai? Perché un'ora prima qualcuno ti ha criticato ingiustamente.
- Senti una forte stanchezza e non vuoi vivere perché un membro della famiglia ti offende continuamente.
- Sei spaventata e hai paura di fare anche una cosa semplice, perché qualcuno ha detto che sei buona a nulla.


Sei debole. Sei stato vinto. La tua anima è sotto l'occupazione.

I veleni psicologici minano il sistema immunitario. Purtroppo, non puoi impedire alla gente di criticarti, ma puoi non ascoltarla. Significa, non pensare a ciò che senti, non fartelo entrare nella testa.

Basta saper fare due cose:
1. Riconoscere il veleno.
2. Impedire che entri nella testa. Questa è una cosa un po' più difficile. Per questo nella tua testa devono esserci due blocchi:
"PROVO UNO SCONFORTO, SIGNIFICA CHE NON MI SERVE" + "BUGIA/NON MI INTERESSA." Occorre ricordare che non sono parole da pronunciare a voce alta, sono dei blocchi per il cervello.
Puoi rispondere da persona educata, ma la tua anima deve restare pulita a causa delle porte che chiudono:
"Provo uno sconforto, significa che non mi serve. Bugia. Non mi interessa."

- Qualcuno ti ha offeso: "PROVO UNO SCONFORTO, SIGNIFICA CHE NON MI SERVE"
- Qualcuno si è offeso a causa tua: "PROVO UNO SCONFORTO, SIGNIFICA CHE NON MI SERVE"
- Le Notizia in TV creano angoscia: "NON MI INTERESSA."

Ancora più sicuro costruire la vita secondo il principio dello SPECCHIO. Essere consapevole di un solo principio: "IO NON TRATTO MAI COSI' LE PERSONE" ti dà' il diritto di rifiutare le stesse cose da parte degli altri.
Le regole:

- Non criticare - non ascoltare le critiche
- Non accusare nemmeno nel pensiero - non provare il senso di colpa
- Non offendere - non ti offendere
- Non spaventare - non aver paura
- Non abbassare l'autostima degli altri - non ascoltate coloro che vogliono abbassare la tua
- Non indicare agli altri i loro difetti - non farci caso se ti indicano i tuoi
- Non creare programmi distruttivi per gli altri - non permettere di costruirli per te.

E tenendo conto del fatto che la parola "NO/Non" non è percepita dal subconscio, le altre regole SPECULARI sono queste:

- Approva!
- Comprendi i motivi dei cattivo comportamento degli altri!
- Proteggi la psiche degli altri!
- Tranquilizza!
- Aumenta l'autostima degli altri!
- Se lo sai fare, manda agli altri dei programmi positivi, osservando due condizioni: a) devono essere positivi dal loro punto di vista e non dal tuo; b) non devono contenere nessuna cattiveria riguardo ai terzi.

(aum.news)
Advanced Mind Institute Italia




La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

venerdì 21 aprile 2017

Il potere spirituale del camminare


Il potere spirituale del camminare

“Non perdere la voglia di camminare: io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata… ma stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati… Perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene
(Bruce Chatwin)
Camminare. Il mio corpo ultimamente ne sente un bisogno impellente. E’ l’attività fisica più naturale, soddisfacente e ricca di significati per l’uomo.
Bisognerebbe camminare a lungo tutti i giorni non solo per il benessere fisico ma anche e soprattutto per quello mentale e dell’anima.
Spesso mi ritrovo, mentre cammino, ad osservare le auto sulla strada e il pensiero che sempre mi tocca è “siamo pazzi!”. La maggior parte delle automobili è abitata da una persona sola e spesso il tratto che ogni auto percorre è davvero corto. Per la strada in cammino sono poche, pochissime le persone. In inverno sembra di vivere in un deserto di cemento. Mi ritornano alla mente le scene dei film di fantascienza con molteplici navicelle che sfrecciano di qua e di là come impazzite… non siamo purtroppo lontani da questo modo di vivere.
Sarebbe meglio farlo in mezzo alla natura ma anche nelle città il camminare è terapeutico da tutti i punti di vista.
“Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi”
(Italo Calvino)
Ad ogni passo il nostro piede viene a contatto con la terra, per poi distaccarsene e ritornare poco dopo, il ritmo che viene creato ci culla, corpo e mente. Mentre il corpo è in azione armonica, anche la nostra mente viaggia e si libera, ma lo fa in un modo completamente diverso da quando il corpo è fermo. E proprio perché la mente è libera, le idee nascono.
“Se cercate idee creative andate a piedi. Gli angeli sussurrano a uomo quando va a fare una passeggiata”
(Raymond I. Myers)

http://divinetools-raja.blogspot.it - La Via del Ritorno... a Casa 

giovedì 20 aprile 2017

Osho: Il Seme della Ribellione - Commenti ai Vangeli Apocrifi di San Tommaso


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"Dio è la più grande catastrofe che si possa abbattere su di te: verrai completamente distrutto, non sarai più, verrai scaraventato in un abisso senza fine. All’improvviso vieni dissolto come una nuvola e sorge il sole, la luce è abbagliante e la Verità ti travolge. Sarai turbato: solo più tardi giunge l’alba. Più la notte è oscura, più la sua venuta è vicina. Non scappare: la buia notte prepara il terreno a un mattino radioso. Questo stato di turbamento è il grembo da cui nascerà la beatitudine suprema." Osho

Databile tra la seconda metà del secolo I e la prima metà del II, il Vangelo di San Tommaso registra "le parole segrete dette da Gesù il vivente". A differenza degli altri discepoli, Tommaso non funge semplicemente da scrivano di Gesu’, in quanto Gesù, dopo averlo preso in disparte, gli rivela una conoscenza non condivisa dagli altri (Vangelo di Tommaso, 13). Si tratta di una conoscenza interiore che egli ha messo per iscritto per chiunque abbia orecchie per intendere.

La tradizione gnostica orientale si dilunga molto su Tommaso, che presente come del tutto diverso dal Tommaso dubbioso per antonomasia: qui diventa il prototipo della conoscenza di sé individuale... e questa tradizione si fonda proprio sul Vangelo di Tommaso... associandolo dunque alla tradizione della "conoscenza di sé" che risale alla massima delfica ("conosci te stesso") e a Platone (nell’"Alcibiade primo", attribuito a Platone, Socrate afferma che si arriverà a conoscere se stessi, se si prenderà cura di se stessi).

In questa tradizione affiora dunque un viaggio interiore del tutto diverso dalla fede e dalla dottrina proprie al cristianesimo classico e comune. La lettura di questi testi è proposta e vista come un "prendersi cura di sé" e, visto il particolare contenuto, la lettura solitaria e interiore è in sé una tecnica per conoscere se stessi in quanto, come si narra in un episodio degli Atti di Tommaso (l’"Inno della perla", Atti di Tommaso 108-13), questi detti non fanno che rivelare una conoscenza anteriore del vero Sé, già inscritta dentro di noi, ma dimenticata.

Ecco perché facilmente si arriva a questi testi individualmente, in un momento di sfinimento o di esasperazione: accade infatti che il mondo in cui viviamo, creato dalla mente umana, a un certo punto divenga stretto... qualcosa spinge a cercare una via d’uscita, nella certezza che la vita non puo’ essere tutta qui. Ed è in quei momenti che opere come questa, lungi dal dare consolazione, aiutano a mettere a nudo noi stessi, conducono alla vera radice della nostra identità, fa affiorare alla luce della nostra consapevolezza la nostra realtà di esseri umani... e la voce di un "vivente" contemporaneo, è in grado di portare fino a noi il seme piantato duemila anni fa da Gesù nel cuore dell’uomo, permettendoci di lasciarlo esplodere, fino alla sua piena fioritura.

Ma tutto questo contrasta con lo spirito del mondo, perché chiunque conosca se stesso, non è più vittima di seduzioni, non è più soggetto a plagio e alle manipolazioni che caratterizzano questa nostra realtà sociale, malgrado le migliori intenzioni... e Osho ancora dà e darà fastidio... a chiunque abbia fatto del sonno della propria consapevolezza uno stile di vita. Ma è questo il suo valore e la sua grandezza.


TERZO VOLUME...

Ventun discorsi (in tre volumi) sui detti di Gesù tratti dai Vangeli Apocrifi di San Tommaso. Già disponibili anche i precedenti due volumi.

"Le ultime parole di Gesù furono: "Dio, perdonali perché non sanno quello che fanno." Questo fu il miracolo più grande: il corpo sta soffrendo, Gesù sta morendo, eppure è ancora colmo d’amore. Nel momento in cui venne crocefisso, dimostrò di essere il figlio di Dio, perché la sua compassione rimase pura. Non fu possibile distruggere la sua compassione, né distruggere la sua preghiera, non siete riusciti a distruggere il suo cuore." (Osho)

Questo e altri miracoli fanno di Gesù un illuminato. E Osho chiama Gesù "un poeta dell’Assoluto" e proprio per questo è stato frainteso: dagli ebrei prima e dai cristiani poi: entrambi cercarono di tradurre il suo dire e il suo fare in una concretezza che offuscava e annientava la visione di questo incredibile rivoluzionario del mondo interiore. Finora, si può dire, senza timore di sbagliare, che i miracoli veri che accaddero intorno a Gesù non sono stati visti, e ancora oggi non sono compresi. Questo libro è un’occasione per "resuscitare" a vita eterna, attraverso parole che restano ancora oggi "viventi". Un invito rivolto a tutti a percepire quell’illuminazione che essere seguaci impedisce di vedere.

"Ascolta e ricorda queste parole. Lascia che continuino a vibrare nel tuo cuore, perché attraverso queste parole il seme che è in te si scuoterà: Gesù dice: "Io sono la Luce sopra tutti loro, io sono il Tutto, e il Tutto proviene da me e il Tutto in me si completa. Taglia un pezzo di legno e io sono lì, solleva una pietra e lì mi troverai".Gesù è il culmine di ogni aspirazione... pian piano ti puoi avvicinare a lui, ed egli ti può guidare verso l’ignoto. Accadrà così lentamente che non ti accorgerai neppure quando attraverserai quel limite, quando dal mondo conosciuto passerai nell’ignoto, quando il mondo scomparirà, e apparirà Dio.Gesù è un fuoco: una volta che aprirai il tuo cuore, verrai arso totalmente".


Il Seme della Ribellione - Volume Secondo

Commenti ai Vangeli Apocrifi di San Tommaso


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Rè Interiore: Il Seme della Ribellione - Commenti ai Vangeli A...

mercoledì 19 aprile 2017

C'è un Indiano d'America in prigione da 40 anni. La sua colpa? Aver difeso il suo popolo


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Chi è Leonard Peltier?

Leonard Peltier è un nativo americano in carcere da 40 anni per difendere i diritti del suo popolo. Nasce nel 1944 e già dalla sua infanzia capisce che la vita per i nativi d’America è dura, tra miseria, razzismo, emarginazione. 

Cresce anche in un istituto dove conosce la prima “istituzione totale”, ma ha un buon carattere e la sua gioventù è carica di socialità, mentre impara a riparare vecchie automobili. Ma sono gli anni in cui la comunità indiana comincia ad alzare la testa e si organizza. 

Nasce l’AIM, American Indian Movement, di cui dopo poco Peltier entra a far parte. Nel 1973 oltre trecento indiani d’America tengono testa agli uomini del governo, che per scacciare i Lakota dal loro territorio, si erano alleati con il capo di un’altra tribù, Dick Wilson, che con una sorta di polizia privata mieteva terrore nella comunità indigena con pestaggi ed omicidi. 





 "Quando ci arrestarono, i soldati toccavano le donne davanti agli uomini, cercando di farci reagire così da poter giustificare le nostre esecuzioni."

Leonard Peltier



Lo stesso Wilson stava trattando in gran segreto la vendita di parte delle terre della riserva dei Lakota Oglala di Pine Ridge, nel sud Dakota, agli Stati Uniti. 



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Consapevole della fierezza e dell’ostinazione delle popolazione native, il governo statunitense cerca in tutti i modi di cacciare i Lakota dal loro territorio per impossessarsi dei loro giacimenti. E’ un periodo durissimo, per due anni quella regione vede una presenza spropositata di agenti dell’FBI, e i morti tra i nativi sono almeno 60. 




"Quelli di noi che furono riconosciuti come capi, vennero pestati nelle celle della prigione militare dell'esercito."



Nel giugno del 1975 dalla comunità di Oglala viene lanciato un appello all’AIM perchè qualcuno vada ad aiutarli, la tensione è altissima. Arrivano 17 membri del AIM, di questi solo 6 sono uomini, tra loro c’è Leonard Peltier. Il 26 Giungo 1975 nei pressi della comunità indiana si presentano in auto, senza alcun segno di riconoscimento, due agenti dell’FBI: la scusa è la ricerca di un uomo che ha rubato degli stivali.





E’ probabilmente una trappola, tanto che nel giro di poco tempo si scatena una sparatoria tremenda con centinaia di agenti e militari.




Gli Oglala Lakota si difendono, rispondono al fuoco e alla fine sul terreno restano tre corpi: due agenti dell’FBI e un indigeno. 


Immagine correlataTutta la comunità riesce a scappare e a nascondersi, si scatena una caccia all’uomo di dimensioni impressionanti. Per l’indiano americano morto non fu aperta alcuna indagine, mentre per i due agenti vennero imputate tre persone. 

I primi due arrestati vengono processati ed assolti sulla base della legittima difesa, rimane il terzo accusato, Leonard Peltier, il quale nel frattempo è scappato in Canada. Su di lui si riversa tutta la rabbia dell’FBI, è il capo espiatorio. 

Viene arrestato in Canada il 6 Febbraio 1976 e dopo pochi mesi estradato sulla base di false testimonianze, tanto che successivamente il governo canadese protesterà per i modi in cui si ottenne l’estradizione. Ma oramai Leonard Peltier è nelle mani dei coloro che vogliono letteralmente vendicare i due agenti morti. 



Nel suo libro "La mia danza del Sole", Leonard Peltier racconta:


"A Milwaukee rimasi coinvolto in un episodio strano e inquietante.
Stavo mangiando in una trattoria con un paio di fratelli indiani, quando una coppia di uomini seduti al tavolo accanto cominciò a indicarci ridendo rumorosamente e facendo battute razziali.
Non potevo sapere che erano poliziotti in borghese.

Ci alzammo per andarcene, ma quei due ci aspettavano fuori, proprio davanti alla porta, impedendoci di uscire.

- Cosa c'è da ridere? - chiesi.

Ero furioso e pronto a battermi, ovviamente è quello che aspettavano.

Non appena parlai, prima ancora di poter alzare una mano, mi trovai due Magnum calibro 357 puntate alla testa. (...cercavo di ripararmi mentre loro mi colpivano a sangue. Venni poi a sapere che, a forza di picchiarmi, uno dei due, poverino, si era ferito una mano e aveva dovuto chiedere due giorni di  riposo."



Questa volta il processo viene organizzato diversamente: si svolge nella città di Fargo, storicamente anti-indiana, la giuria è formata da soli bianchi e il giudice è noto per il suo razzismo



Risultati immagini per leonard peltier violenceIl processo prende ben altra piega e Peltier viene condannato a due ergastoli consecutivi. Durante il processo non si tiene conto delle prove a suo favore, ma solo di testimonianze manipolate, vaghe e contraddittorie. 

Dopo cinque anni, accurati esami balistici riescono a provare che i proiettili che uccisero i due agenti non appartenevano all’arma di Leonard, e alcuni dei testimoni che lo avevano accusato ritirano le loro dichiarazioni, confessando di essere stati minacciati dall’FBI



Leonard Peltier nel suo libro scrive:



"E' così che fanno. Ti prendono di mira, t'incastrano, t'arrestano, ti picchiano a sangue, ti appioppano un'accusa falsa. Poi ti trascinano in prigione e in tribunale e t'impoveriscono con le spese legali."




A Leonard è stata negata la possibilità di avere una revisione del processo, nonostante le prove che dimostrano la sua innocenza. Non gli è stato nemmeno permesso di presenziare ai funerali di suo padre, di sua madre, dei suoi zii. Per almeno due volte si è cercato di ucciderlo in carcere, mentre le sue condizioni di salute sono difficili. Operato ad una mascella solo grazie alle pressioni popolari, quasi cieco da un occhio, malato di diabete e di prostata, ma Leonard Peltier resiste e non rinnega nulla della sua lotta. 





A settembre Leonard ha compiuto 70 anni.




Mentre tu stai leggendo Peltier è ancora in prigione. Fino a quando?




Leonard Peltier è in carcere perché lottava per i diritti del suo popolo e la sua storia è un esempio delle tante ingiustizie che avvengono in ogni parte del mondo e che vengono taciute perché “scomode”. 

Perché punire con il carcere a vita questo indiano d'america di nome Leonard Peltier?

Per lanciare il messaggio a tutti gli indiani oppressi, per dire loro che se oseranno ribellarsi alla democratica civiltà americana moderna, essi pagheranno e saranno puniti anche se innocenti.

Ma i governi non sanno che gli indiani non hanno mai smesso di lottare, ne mai lo faranno, perché come dicevano i loro antenati, è meglio morire da uomini liberi che vivere da schiavi:





Fonte : Infoaut



giovedì 13 aprile 2017

No Tap: stop all’espianto degli ulivi fino al 19 aprile


I lavori per il gasdotto Tap a Melendugno sono stati ufficialmente fermati. La decisione arriva dal Tar che in questo modo ha bloccato fino al 19 aprile gli espianti degli ulivi. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dalla Regione Puglia con il ricorso depositato lunedì scorso contro il ministero dell’Ambiente.
La notizia è stata diffusa dal sindaco di Melendugno, Marco Potì, dietro comunicazione della stessa Regione che, difesa dall’avvocato Mariano Alterio, ha chiesto l’annullamento, previa sospensione, della nota con cui il Ministero, il 27 marzo scorso, ha di fatto dato il via libera all’espianto di circa 200 ulivi sul tracciato del microtunnel del gasdotto, in contrada San Basilio, dove da tre settimane si assiste a scontri e proteste.
Come ricordato da ilfattoquoridiano.it era stato lo stesso prefetto di Lecce, Claudio Palomba, a chiedere di chiarire alcuni aspetti, congelando gli espianti, poi ripresi il 28 marzo e nuovamente bloccati sabato scorso. Il ministero aveva ritenuto «soddisfatte le condizioni della prescrizione ‘A 44’ (relativa allo spostamento degli ulivi, ndr) per la porzione di progetto esaminata”, ribadendo che “le attività di espianto asseriscono alla fase dei lavori convenzionalmente indicata come fase ‘0’».

Ed erano stati gli stessi attivisti a raccontarci che: «Tap sta estirpando gli ulivi con un’autorizzazione vecchia, perché il progetto nuovo è in fase di valutazione. Si tratta di una forzatura nata perché loro dovevano dimostrare di essere partiti con i lavori. Il Consiglio di Stato di recente si è espresso sulla normativa Seveso, che riguarda la tubatura e la centrale di pressurizzazione che sono lontani dall’essere costruiti e non c’entrano nulla con il micro-tunnel e gli ulivi: si è fatto volutamente un calderone per far avviare i lavori in mancanza delle autorizzazioni necessarie. E si parla di 200 ulivi quando invece sarebbero circa 1800 in 8 chilometri: ma il problema non è solo ambientale, è nel fatto che è il sistema che ha imposto per l’ennesima volta una grande opera che è inutile, e non lo diciamo noi, lo dicono i dati. In Italia abbiamo già due gassificatori fermi e paghiamo il non passaggio del gas perché non serve, si trovano a Livorno e Rovigo. In Europa abbiamo un surplus di gas e quindi è per questo che il dubbio è che il forte business sia nella costruzione dell’infrastruttura».
Nel caso in cui riprendano i lavori la data da tenere a mente è quella del prossimo 30 aprile, termine ultimo per rispettare il calendario regionale relativo al riposo vegetativodelle piante. Ecco perché la prossima udienza è stata fissata per il 19. Secondo il Tar, infatti, la misura cautelare richiesta può essere accordata «ai soli fini dell’immediato riesame dell’atto impugnato da parte ministero dell’Ambiente», con riferimento «sia alle osservazioni e alle competenze della Regione, sia in base all’avvenuta presentazione al medesimo ministero, da parte di Tap, di istanza di verifica di assoggettabilità a VIA del progetto esecutivo, relativo alla realizzazione del microtunnel».
Intanto dal Comitato No Tap hanno fatto sapere che: «Sino al 19 Aprile saremo liberi dalla paura degli espianti ma continueremo pacificamente ad ostacolare quest’opera, con ragioni tecniche, politiche e di cuore».
Foto di Danilo Calogiuri

http://www.dolcevitaonline.it/no-tap-stop-allespianto-degli-ulivi-fino-al-19-aprile/ 

mercoledì 12 aprile 2017

Come Eliminare gli Odori di Casa in Modo Naturale


eliminare gli odori di casa

In casa si sa ci sono odori non troppo piacevoli, soprattutto quando si cucina come l’odore dei cavoli o del fritto, per non parlare del pesce o della carne alla piastra… Odori fastidiosi e difficili da mandare via che si diffondono in tutta la casa rendendo sgradevole la permanenza.
Mi è capitato spesso di organizzare magari delle cene con banchetti luculliani ma al momento di far accomodare gli ospiti mi sentivo un po’ in imbarazzo per l’odore che si era propagato in tutte le stanze, allora ho pensato a qualche soluzione che non fosse il far congelare gli ospiti mantenendo le finestre aperte oppure lo spruzzare profumi che sommati all’odore di fritto o di broccoli creano abbinamenti ancora peggiori!
Ecco allora cosa ho scoperto per eliminare gli odori di casa in maniera rapida, economica e soprattutto ecologica, eh si perchè magari non ci pensiamo ma i deodoranti per ambienti contengono prodotti chimici nocivi sia per noi, per i bimbi e per gli animali di casa, infatti molti contengono sostanze come toluene, benzene, formaldeide e ftalati, muschi artificiali, dietilftalato e  eteri di glicole: a proposito potete scaricare e leggere un’interessante documento redatto da Altroconsumo (Profumo che inquina).
Ma veniamo al mio metodo per profumare casa in maniera davvero creativa!
Per prima cosa ci servirà un pentolino con dell’acqua da far bollire… poi possiamo fare un giro in giardino o in dispensa e vedere cosa abbiamo in casa…
In giardino ho del rosmarino, alloro, salvia e lavanda… ne prendo un po’… in dispensa ho cannella, caffè, anice stellato, limoni, mandarini, arance, noce moscata, aceto, ginepro e chiodi di garofano…
eliminare gli odori di casa
Non mettete tutto insieme… ora vi svelo qualche trucchetto.
Mentre l’acqua bolle mettete dei rametti di rosmarino e alcune fette di limone il profumo sprigionato è perfetto per contrastare l’odore del pesce o della carne.
Un altro profumo lo potete ottenere mettendo semplicemente dell’alloro… questo non lo abbandonerete più è perfetto per eliminare la puzza di fritto!!
Sempre come ingrediente singolo potete usare dell’aceto di mele… poco altrimenti poi dovrete togliere la puzza di aceto, questo profumo che si sprigiona è perfetto per eliminare l’odore dei cavoli, broccoli o altre verdure che con la cottura sprigionano un sentore amaro. PS: potete anche aggiungerne un po’ alla cottura stessa della verdura…
Con la buccia di arancia e con due stecche di cannella profumo la casa di festa e rilasso la mente!
Ginepro e noce moscata per un profumo speziato, caffè e anice stellato inebria l’olfatto!
Bucce di mandarino e chiodi di garofano per un profumo molto forte, magari non adatto a tutti.
Fate bollire l’acqua con questi ingredienti per qualche minuto poi spostate il pentolino anche in altre stanze per diffondere l’aroma, sentirete che meraviglia!!!
Ah dimenticavo, potete anche usare dei rametti di pino per un effetto balsamico, ma ne sconsiglio l’utilizzo prima di cena, coprirebbe il profumo dei piatti!
Inoltre una volta che l’acqua si sarà raffreddata potrete filtrarla e inserirla in uno spruzzino pulito e rinnovare il profumo di casa ogni volta che vorrete!
Se invece volete eliminare l’odore dalla scarpiera un ottimo stratagemma è quello di mettere un vasetto con dell’origano tritato ed essiccato al suo interno, per evitare di rovesciarlo potete coprirlo con una garza e fissarla con un cordino o un elastico.
Inoltre potete usare dei rametti di menta per decorare la tavola, il loro profumo rallegrerà la festa.
eliminare gli odori di casa
Io ho poi l’abitudine di raccogliere la lavanda, lasciarla essiccare e comporre dei sacchetti riutilizzando il tulle di vecchie bomboniere, da mettere negli armadi o nei cassetti, anche in cucina!! Stessa cosa potete fare con i petali delle rose o dei gelsomini.
Pensate che ho un grosso sacchetto di lavanda anche da inserire nella lavatrice quando rimane ferma, toglie quel fastidioso odore di chiuso!
Se invece amata i profumi dolci e cercate qualcosa di veloce da avere sempre a portata di mano potete provare questa ricetta…
Occorrente: 10 gr di vaniglia – 100ml di alcool etilico
Aprite le bacche di vaniglia con un coltello ed estraetene i semi, metteteli in un vasetto con anche qualche pezzetto della scorza della bacca, coprite con l’alcool e chiudete bene. Lasciate in un luogo buio per qualche settimana e il profumo sarà pronto!
Potete usarlo per profumare un pot pourri fatto lasciando essiccare petali di fiori, boccioli, agrumi, bastoncini… o semplicemete umettando un batuffolo di cotone.

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