sabato 31 dicembre 2016

I flavonoidi e la cannabis

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I flavonoidi sono un vasto gruppo di composti fitochimici prodotti dal metabolismo secondario delle piante nelle quali vengono impiegati per ricoprire molteplici funzioni. La più curiosa e nota capacità è quella di attirare gli insetti impollinatori: essi sono infatti i pigmenti indispensabili per produrre i colori dei fiori e proprio da questa capacità deriva il loro nome, dal latino “flavus” che significa giallo. Nelle piante ricoprono anche un ruolo protettivo contro parassiti, funghi e, grazie alla loro capacità di assorbire specifiche lunghezze d’onda, anche dalla luce ultravioletta. I flavonoidi sintetizzati nelle radici favoriscono il proliferare di microrganismi simbionti utili alla pianta, capaci di migliorare lo scambio di nutrienti col terreno e di fissare meglio l’azoto atmosferico. Infine, questa variegata classe di molecole agisce anche a livello cellulare regolando il ciclo cellulare e come messaggeri chimici all’interno della pianta.
Sono stati identificati oltre 5mila differenti flavonoidi in natura, tutti accomunati dalla struttura chimica del benzopirano dalla quale poi si diramano varie sottoclassi. In generale, essi appartengono alla grande famiglia dei polifenoli e possono essere suddivisi in otto principali gruppi come mostrato nella figura sottostante.
flavonoidi
I flavonoidi sono chimicamente dei potenti antiossidanti, ciò significa che sono in grado di neutralizzare i radicali liberi sventando così i loro effetti tossici per le cellule del corpo, da un punto di vista medico sono dei flebotonici e sostengono un migliore flusso sanguigno. La loro capacità antiossidante li rende indispensabili in una dieta sana e combattono i danni generati dallo stress ossidativo, il corpo infatti produce naturalmente quantità di radicali liberi in condizioni di stress psico-fisico, malnutrizione o malattia, creando così un conflitto interno tra anti-ossidanti e pro-ossidanti: i flavonoidi assunti con l’alimentazione inclinano l’asticella verso gli anti-ossidanti sostenendo così un buon stato di salute.
2016-12-31-09-07-08-amI flavonoidi provengono principalmente dalla frutta come agrumi, uva rossa, banane, frutti di bosco (specialmente mirtilli) e dalle verdure come prezzemolo, cipolle e soia. Sono presenti nel cioccolato nero e in alcune bevande comuni come tè verde, tè nero, caffè e vino rosso. Data la loro solubilità in acqua anche alcuni infusi di erbe possono contenere flavonoidi come ad esempio decotti di cannabis, ginkgo-biloba, foglie di coca e erba medica (Alfalfa).
In particolare, la pianta di cannabis produce naturalmente una notevole quantità di flavonoidi e la loro distribuzione varia nella pianta concentrandosi principalmente in fiori, foglie e stelo. Il loro contenuto totale raggiungere circa il 2,5% del peso secco di fiori e foglie, mentre è quasi inesistente nei semi e nelle radici. I principali flavonoidi presenti nella pianta di cannabis sono le cannaflavine A e B (esclusive della pianta), l’apigenina, il kaempferolo, la quercetina, la vitexina e l’isovitexina, la luteolina e l’orientina. È stato osservato che oltre a contribuire al tipico odore e sapore della pianta, ad essere degli antiossidanti e dei flebotonici naturali, i flavonoidi sono in grado di modulare gli effetti del delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) attraverso un meccanismo condiviso con il cannabidiolo (CBD) e con alcuni terpeni. Essi sono infatti in grado di agire su determinati enzimi (P450 3A11 e P450 3A4) e di ridurre gli effetti collaterali indesiderati del principio psicoattivo.
Quella che ora segue è una breve descrizione sulle proprietà terapeutiche dei principali e più studiati flavonoidi presenti nella pianta di cannabis.
apigeninaApigenina – È un flavone presente in quasi tutte le piante vascolari a cui sono associate proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e ansiolitiche. 
La sua attività biologica risiede nella capacità di legarsi in modo efficace ad alcuni recettori presenti sulle cellule. L’apigenina è in grado di legarsi ad alcuni recettori ormonali impedendo l’accumulo di ormoni, questo rallenta la crescita del cancro al seno ad esempio che prolifera in presenza dell’ormone estradiolo. Inoltre, la capacità di questa molecola di legarsi selettivamente ai recettori delle benzodiazepine le permette di agire come ansiolitico naturale evitando effetti collaterali indesiderati causati dagli ansiolitici sintetici, come il rilassamento muscolare, amnesia, e sedazione.
cannaflavina-a-e-bCannaflavina A e B – Sono due flavoni presenti esclusivamente nella pianta di cannabis e agiscono come potenti anti-infiammatori. È stato stimato che possono ridurre l’infiammazione 30 volte più efficacemente rispetto all’aspirina.
Inibiscono la produzione della prostaglandina E2 e della 5-lipossigenasi, infiammatori naturali del corpo e mediatori dell’infiammazione asmatica che in presenza delle cannaflavine vengono placate.
Questo meccanismo è un antinfiammatorio condiviso con altri componenti della pianta come terpenoidi e cannabinoidi, lasciando immaginare che l’effetto antinfiammatorio sia ottimizzato dalla sinergia tra questi composti.
kaempferoloKaempferolo – È un flavonolo che condivide con l’apigenina proprietà antiossidanti e anti-cancerogene, sembra infatti che una dieta ricca di kaempferolo possa ridurre il rischio di cancro e di alcune malattie coronariche. Da alcuni studi emerge che il possa essere utile come antidepressivo naturale e di poter agire in sinergia con alcuni cannabinoidi.
quercetinaQuercetina – È un flavonolo presente in quasi tutte le piante vascolari al quale sono state attribuite una serie di proprietà farmaceutiche. La quercetina data la presenza di 5 gruppi ossidrilici (-OH) e di un gruppo carbonilico (-CO) è un antiossidante estremamente potente. La sua capacità di inibire enzimi virali le permette di agire come antivirale. Data la capacità di inibire la formazione di prostaglandine E2 e della 5-lipossigenasi, meccanismo condiviso con le cannaflavine A e B, è in grado di agire anche come anti-infiammatorio.
BIBLIOGRAFIA 
Ethan B. Russo, J. M. (2001). Cannabis and cannabis extracts: Greater than the sum of their parts? e Haworth Press. 
www.fundacion-canna.es/en/avonoids (s.d.).

Jane R. Hanrahan, M. C. (2010). Flavonoid modulation of GABAA receptors. British Journal of Pharmacology. 
M L Barrett, D. G. (1985). Isolation from Cannabis sativa L. of cannflavin–a novel inhibitor of prostaglandin production. Biochemical Pharmacology.

Romagnolo DF, S. O. (2012). Flavonoids and cancer prevention: a review of the evidence. J Nutr Gerontol Geri-atr.

Soo-Hyun Park, Y.-B. S.-L.-K. (2010). Antidepressant-like E ect of Kaempferol and Quercitirin, Isolated from Opuntia ficus-indica var. saboten. Experimental Neurobiology.
a cura del Dr. Matteo M. Mesolini

 http://www.dolcevitaonline.it/i-flavonoidi-e-la-cannabis/

venerdì 30 dicembre 2016

Un Buco Nel Cielo


Il cielo sulla sua testa si era fatto rossiccio e quella stella sperduta gli parve una borchia per capelli. La notte era calata ruvida come una ballata rock di Frankie Miller. Non c’era più niente in questo fottuto mondo che gli importasse, disse pensieroso fissando la strada buia e rigirandosi tra le mani la bottiglia vuota. Un vento umido proveniente dal mare saettò sul suo viso. Era caduto ancora una volta, ma non era una novità neanche questa per uno precipitato in terra ancora prima che nascesse. Spinse il tasto del play che stranamente schioccò come un bacio sulla guancia e la canzone ripartì. Melinda era mia fin al momento che la trovai stretta a Jim mentre lo amava. Poi arrivò Sue mi amava intensamente questo è quello che ho pensato. Io e Sue. Ma anche questo finì. Non so cosa farò. Ma fino a che non troverò la ragazza che vuole rimanere e non giocherà alle mie spalle. Sarò quello che sono. Un uomo solitario. Un Uomo solitario (Neil Diamond - Solitary Man). Hai voglia a spingerli da qualche parte, a seppellirli nell’immondizia o sotto fiumi di alcool, i ricordi tornano sempre, specie quelli più dolorosi. La strada silenziosa era gialla di luna. Strinse per un attimo gli occhi che gli bruciavano maledettamente e congiunse le mani a mo’ di preghiera. Nel palazzo di fronte si accese la luce di un bagno. Si sbottonò la camicia bianca intrisa di sudore e una smorfia gli irrigidì il volto. Il pallore del suo viso celava una rabbia mortale. Era sbucata all’improvviso quella donna, alta, bella, con uno charme tale da mandarlo in tilt come non gli era capitato mai in vita sua. Forse era un fantasma sbucato da chissà dove e a cui lui non doveva dire nulla. Adesso, però, seduto nell’abitacolo, sembrava che portasse tutto il peso del mondo sulle sue spalle e, a guardarlo negli occhi, faceva davvero spavento. Con quell’aria da animale ferito sembrava una ballata aspra dei Thin White RopeE qualcuno al telefono seppe le cose che io avevo sempre conosciuto Colonne sonore canticchiate ai sogni che avevo dimenticato Ho amato il telefono, parlato col segnale di linea Mentre la gente sui marciapiedi fuggiva da me (Diesel Man –Thin White Rope). L’orologio a cucù sulla parete dell’ingresso misurava inesorabile il passare delle ore. Si racconta che il canto del cuculo è profetico, capace d’indicare la buona e la cattiva sorte. Poco prima che quell’uomo arrivasse, sua madre era solita chiuderlo a chiave nella viscere buie della sua stanza e solo dopo che il cuculo cantava tre volte gli riapriva la porta. Aveva otto anni, e questo succedeva ogni qual volta suo padre si allontanava per lavoro. Un commesso viaggiatore, suo papà, che ogni quindici giorni faceva il giro dei suoi clienti fuori città assentandosi anche tutta la settimana. Aveva memorizzato le gesta di sua madre e sapeva che quel giochino, così lei lo chiamava, stava per iniziare. Poco prima che quell’uomo arrivasse si sistemava i capelli, si profumava il collo e indossava sotto la vestaglia una sottanina nera di seta. Poi accendeva il giradischi e ascoltava quella canzone. Sempre la stessa. Mi ricordo quando noi eravamo due bambini e puntavamo le pistole dai cavalli a dondolo. Bang bang. Io sparo a te. bang bang. Tu spari a me. Bang bang. E vincerà bang bang. Chi al cuore colpirà (Bang Bang - Dalida).  Lo chiamava “Bang Bang”, era così che lo chiamava da sempre sua mamma. Avvicinandosi al suo viso, glielo raccomandava che quello era un segreto fra di loro e che doveva restare tale per sempre. “Ricordalo, Bang Bang, ricordalo”, gli ripeteva, “non dirlo mai a nessuno”. Lui, così piccolo, non capiva e si limitava ad annuire stringendosi forte alle sue gambe. Quando era chiuso nella stanza per non sentire i gemiti aveva imparato a svuotare la mente, a non pensare a nulla. Restava immobile seduto sulla poltroncina, inebetito chiudeva gli occhi e vedeva tutto nero. Ed era come se morisse. Solo il canto del cuculo lo scuoteva. Ma era un fremito che durava un attimo. Nella penombra dell’abitacolo si guardò le mani ingiallite dalla nicotina e quelle dita diventate tozze da sembrare gonfie. Erano mani possenti, le sue, mani che avrebbero potuto uccidere. Tali e quali a quelle di suo padre. Tre uomini in abiti eleganti con cravattino e scarpe lucide lo distolsero dai pensieri. Parlottando tra loro gli passarono accanto, e gettandogli un occhiata svogliata scomparvero nella notte. Aveva come l’impressione che dovesse stare sempre in castigo tanto che non ci capiva più nulla delle cose del mondo. Troppo dure le batoste che aveva ricevuto. Ma giù nei vicoli, se abbassi la guardia, ti fanno fuori in un baleno. E i teneri di cuore hanno vita breve. Accese una sigaretta, anche se si sentiva la gola grattare, e tirò una lunga boccata bruciando il filtro che divenne molle. Abbassò il finestrino e una folata di vento lo fece rabbrividire. Come una canzone dei Beasts Of BourbonRidestato nella stanza di Johnny, Mama era proprio lì accanto al suo letto e le mie mani intorno alla sua gola, desiderando che entrambi fossimo morti. Pensi che sia pazzo, Mama, e tu? Ho appena ucciso il cagnolino di Johnny. Pensi che sia fuori di testa, e tu, Mama? Faresti meglio a farmi rinchiudere (Psycho - Beasts Of Bourbon). Con le dita si trastullò per un po’ sul volante. Poi si ricordò di prendere la pillola per i nervi che teneva nel taschino della giacca. Tirò fuori l’astuccio, ne staccò una e la inghiottì. La luce dei fari di una macchina che transitava in senso opposto illuminò per un attimo il marciapiede. Qualche isolato più avanti, sepolto nel buio riconobbe un uomo. La sua faccia era indubbiamente smorta, ma sinistra. Però su di lui non sortì alcun effetto. Mise il nastro di Otis Redding e Hard To Handle popolò le ombre. Era chiaro che non gli faceva bene rimuginare nel passato, ma quello torna sempre quando meno te lo aspetti ringhiandoti nell’anima. Certo, aveva fatto di tutto per dimenticare, ma alle volte dimenticare è quasi impossibile. Ho lasciato la mia casa in Georgia. Diretto verso la baia di Frisco. Perché non avevo niente per cui vivere. E sembra che niente incrocerà la mia strada (Sittin’On The Dock Of The Bay - Otis Reeding). Il cuculo aveva cantato tre volte e poi altre due. Le aveva contate con le dita della manina, tenendola aperta sulle ginocchia. Come pietrificato, se ne restava seduto immobile aspettando che sua madre lo facesse uscire. Dopo il primo cucù aveva udito dei passi nel corridoio ma era tornato subito con la mente nel vuoto, non immaginando nessuna cosa. O forse fingendo a se stesso. Finalmente la porta della stanza si schiuse. Con la coda dell’occhio vide entrare due poliziotti in divisa che si avvicinavano delicatamente. Uno di loro lo prese in braccio e si accorse che si era bagnato. Bisbigliandogli di stare tranquillo, con la sua grossa mano gli coprì il viso mentre lo portava fuori dalla stanza. Ma l’odore pungente della morte è inconfondibile, lo senti anche se sei un bambino e lo avverti perché ti penetra nelle narici quasi fino a sfondartele. Velocemente l’agente percorse il corridoio, ma lui gli spostò la mano e vide il corpo di sua madre nuda riverso in terra. C’era sangue, sangue sui muri, sul pavimento, sui quadri, sulle maniglie. Persino sull’orologio a muro. C’era sangue dappertutto. Vide anche quell’uomo accasciato sulla porta della stanza da letto con un profondo taglio nel petto. L’agente lo caricò alla svelta dentro un auto cercando di tenergli con molto garbo la testa bassa, ma bang bang, sempre con un gesto fulmineo si divincolò e dietro la siepe incrociò lo sguardo di suo padre. Lo scorse lì, fermo, ammanettato, con gli occhi stralunati e le sue grandi mani tinte di rosso. E fu quella l’ultima volta. Non c’è solo odio nel mondo. Non ci sono solo buchi nel cielo. C’è solo un destino che non puoi rinnegare. Due amanti aspettano di morire. Joe si è ammalato in guerra, tra le vene e la mente. Sammy si è ammalato a causa di tutte le bugie. Due amanti aspettano di morire…C’è solo una lacrima che continua a volar via… (Two lovers Waitin’ To Die - Green On Red) Anche se Bang Bang riusciva a svuotarsi la testa, quelle urla disumane non potevano essere ignorate. Suo padre li aveva uccisi con una crudeltà inaudita.  Durante quei momenti aveva azionato i meccanismi che ci portano a rinchiuderci nella nostra linea di difesa. Come una pietra scagliata in uno stagno forma dei cerchi che man mano si dilatano e si estendono per poi scomparire nell’infinito. Bang bang era scomparso da quel luogo e si era messo a volare nello spazio tra le nuvole. Ma quella puzza di morte, lui, la sentì sempre incollata addosso. Pure adesso la percepiva mentre sbucavano fuori dalle ombre anche i più piccoli dettagli. Quando fu tutto finito suo papà aveva azionato il giradischi e messo quella canzone. Sempre quella. Sempre la stessa. Ora non mi ami più Ed ho sentito un colpo al cuore Quando mi hai detto che Non vuoi stare più con me Bang bang… E resto qui Bang bang A piangere Bang bang hai vinto tu Bang bang Il cuore non l'ho più. (Bang Bang - Dalida).  Non era più tempo d’ ingannare nessuno, neppure se stesso. Lei aveva un bel viso liscio che assomigliava a Rickie Lee Jones. Indossava una giacca di pelle nera striminzita e una camicetta bianca di raso sopra un jeans attillato. Quando arrivò sorridendo e salì in macchina, si strinse contro di lui. Quel calore che lei emanava lo aveva scosso fino dentro le ossa e sentirsi vivo, per uno che aveva le carte del destino nate male, era una sensazione indescrivibile. Guardando la strada mentre calava la notte, aveva parlato e ancora parlato, fino a spurgarsi l'anima. Poi si era librato nel cielo, ma questa volta lo aveva fatto un attimo prima che non riuscisse più a piangere. Quando riaprì gli occhi lei lo stava guardando e sfiorandolo con un bacio si accorse che c’era ancora una certa tensione in lui. “Adesso puoi levarti quella faccia da lupo”, gli sussurrò con dolcezza accarezzandogli i capelli. Lui avviò il motore, inserì un nastro e fece partire Burn, una canzone dei Dream Syndicate. Il cielo era scintillante di un blu intenso. Lei si girò nuovamente verso di lui e, affondando lo sguardo nei suoi occhi, si accorse che per la prima volta gli sorridevano. Ma puoi sentirlo nel cuore. Sentirlo nell’anima. Sentirlo andare intorno finché non perdi il controllo. Sono solo poche cose che non possono essere raccontate. Non lo senti bruciare? (Burn - Dream Syndicate).
Bartolo Federico

giovedì 29 dicembre 2016

Osho: La fonte non è l'altro ...

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La fonte non è l'altro,
la sorgente è dentro di te.
L'altro la colpisce ma, se all'interno non
ci fosse rabbia, non potrebbe uscire:
se colpisci un buddha, affiorerà solo compassione, perché dentro c'è solo quello; la rabbia non verrà fuori, perché in lui non ce n'è. Se getti un secchio in un pozzo secco non ne verrà fuori nulla, se lo getti in un pozzo colmo d'acqua, tirerai fuori acqua, ma quell'acqua viene dal pozzo: il secchio serve solo a tirarla fuori.
Quindi, se qualcuno ti insulta, sta solo gettando un secchio dentro di te, e quel secchio verrà su pieno di rabbia o di odio, o del fuoco che avevi dentro; ma la fonte sei tu, ricordalo. Per questa tecnica ricorda che tu sei la fonte di tutto ciò che di
solito proietti sugli altri. E ogni volta che senti piacere o avversione, immediatamente va' all'interno e arriva alla fonte da cui sorge quel sentimento: rimani centrato lì, non muoverti verso l'oggetto.
Qualcuno ti ha dato l'occasione per diventare consapevole della tua rabbia; ringrazialo subito e dimenticalo. Chiudi gli occhi, entra in te e osserva la fonte da cui sorgono amore e rabbia: da dove vengono? Va' dentro, scava in te; laggiù troverai la fonte, perché la rabbia viene da te.
Odio o amore, o qualunque altra cosa, viene dalla tua fonte. Ed è facilissimo andare dentro di sé quando si è in collera, innamorati o quando si odia, perché si sta ribollendo: in quei momenti è molto facile; quel filo è caldo e ti può portare all'interno, con quel calore puoi muoverti facilmente. E quando raggiungi un punto interiore che non è caldo, d'un tratto ti renderai conto dell'esistenza di una dimensione diversa, ti si schiude davanti un mondo nuovo.
Usa l'odio, usa la rabbia, usa l'amore per andare dentro di te.


-OSHO

http://divinetools-raja.blogspot.it La Via del Ritorno... a Casa

martedì 27 dicembre 2016

OSHO: MEDITAZIONE E MASTURBAZIONE



La scienza medica ha stabilito con assoluta evidenza il fatto che la masturbazione non conduce alla pazzia. Ma le religioni continuano a ripetere che troppa masturbazione distrugge l’intelligenza e conduce a una morte prematura.
Ebbene, nessuno può masturbarsi troppo: è impossibile. È possibile masturbarsi solo quel tanto – nel tuo corpo c’è solo una certa quantità di sperma e puoi rilasciare solo quel tanto – di più non puoi. Qualsiasi cosa tu faccia, non puoi produrre immediatamente altro sperma. Ci vuole tempo. Esiste quindi una prevenzione naturale al farlo troppo, e se i monaci di tutte le religioni mi ascoltassero, direi loro: “Masturbatevi e meditate”.
Potrei anche intitolare un libro: La meditazione attraverso la masturbazione. Se è possibile giungere alla supercoscienza attraverso il sesso, perché non si dovrebbe giungere alla meditazione attraverso la masturbazione? È sicuramente possibile. Occorre semplicemente guardare con occhi nuovi.
Quando una persona si sta masturbando e inizia a sentire che sta per raggiungere uno stato orgasmico, i suoi pensieri scompaiono. Sperimenta lo stesso stato orgasmico che accade facendo l’amore con una donna. Non c’è differenza. A livello biologico non c’è differenza. Che lo sperma venga rilasciato in un meccanismo, in un corpo o da qualche altra parte, non ha alcuna importanza. Si tratta di portare la tensione sessuale al suo compimento, il che è più facilmente attuabile con la masturbazione, poiché con una donna anche l’altro è presente. Nella masturbazione tu sei il padrone.
Puoi andare piano, o in fretta, puoi arrivare all’orgasmo molto lentamente. Lo stato orgasmico è meditazione, diventane consapevole. Da solo sarà più facile, perché non c’è nessun altro che ti disturba, sei tu, solo.
Perciò fai sapere al mondo intero che la masturbazione non porta alla pazzia; il celibato può condurre alla pazzia, non la masturbazione.
E se gli omosessuali non provano interesse per le donne, allora forse la masturbazione è più vicina alla natura dell’omosessualità. E la masturbazione può essere unita alla meditazione.
Sto dicendo queste cose per il tuo bene, perché ti troverai di fronte a questi problemi e non dovrai commettere gli stessi errori di sempre. Se vedi un bambino che si masturba, non commettere la stessa sciocchezza che viene fatta ovunque. Digli semplicemente: “Va benissimo. Medita anche, e ne riceverai più piacere. E non c’è niente di sbagliato, perciò non c’è bisogno che ti nasconda”. Ma l’uomo è un tale vigliacco. Non è in grado di affrontare la realtà…
Puoi unire molto facilmente meditazione e masturbazione, e ne riceverai molta gioia. Se la meditazione viene associata a una grande gioia, la tua intera esistenza sarà diversa. Tutte le religioni hanno fatto l’esatto opposto. Hanno distrutto la tua gioia e ti hanno insegnato la meditazione, perciò la meditazione non ottiene risultati. Puoi riuscire solo se è un’esperienza gioiosa, perché allora non collegarla con una gioia biologica tanto facilmente disponibile? Ma la gente mi vuole uccidere, vuole assassinarmi perché dico queste cose, anche se mi limito a ribadire fatti assolutamente scientifici.
tratto da: Osho, The Last TestamentVol. 2, # 23

http://oshoite.blogspot.it/2012/06/meditazione-e-masturbazione.html

lunedì 26 dicembre 2016

UN MAGICO ESERCIZIO DA FARE DAVANTI ALLO SPECCHIO


“...Vi state guardando allo specchio?
Ma siiii, che discorso.
Mentre vi state facendo un trucco di una bellezza inaudita oppure vi state raschiando le setole con una lametta.

Cosa pensate che stia facendo lo specchio quando non siete in casa?
Pensate che fosse un pezzo di vetro riflettente, e basta?
Lo pensate davvero?
Non ci credo, ma ammetto che ciò è possibile.
Vi avverto. Non fate ciò che vi dirò adesso in presenza degli altri.
Per la vostra sicurezza.Aspettate di essere soli in casa o chiudetevi nel bagno.
Guardate la vostra faccia. Guardatela e basta. Senza emettere giudizi. Senza uno scopo.
E ora ditele a voce alta, con sentimento: “Ti amo e ti amerò sempre!” Stoooop!
Avete distolto lo sguardo?
Lo fanno tutti. Si capisce.
Ditelo ancora. E ancora.
Ditelo ai vostri occhi: “Vi amo e vi amerò sempre”.
Fatelo non meno di tre volte al giorno. Meglio prima di uscire di casa. Anche prima di dormire. E qualche altra volta. E’ più difficile confessare l’amore a se stessi che ad un'altra persona.
Ma ne vale la pena!
Vi accorgerete che il vostro riflesso vi risponderà con un amore reciproco.
Quando non siete in casa, lo specchio conserva ciò che gli avete detto prima di uscire.
Vive la sua vita.
Legatevi a lui con i fili dell’amore umano.
Vi ritornerà moltiplicato.
Ed è meglio non farlo vedere agli altri, perché in quei momenti siete troppo denudati, siete troppo vulnerabili”.
Advanced Mind

La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it
 

domenica 25 dicembre 2016

25 DICEMBRE SVELATO: In principio era il Sole, nato e morto sulla Croce.

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25 DICEMBRE SVELATO: 
In principio era il Sole, nato e morto sulla Croce.

C’era una volta un dio uno e trino, che aveva deciso di discendere dal cielo su questa terra per dare da esempio all’umanità in via di perdizione.

Decise quindi di incarnarsi nel ventre di una vergine, e di nascere bambino e poverello in una grotta il 25 Dicembre.



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Alla sua nascita, alcuni pastori portarono dei beni al bambinello. Durante la sua vita esso fece molti miracoli e prediche, tant’è che si conquistò l’appellativo di “buon Pastore”. Tuttavia vide la morte al 33esimo anno di età; dopo un ultimo banchetto con i suoi 12 adepti/discepoli ascende al cielo per sedersi alla destra del Padre. Ritorna sulla terra dopo 3 giorni la sua morte, e risale al cielo su un carro di luce.

Promette inoltre che ritornerà sulla terra dove farà da giudice dei giusti e peccatori: ai giusti sarà donata l’immortalità e la ricongiunzione ai loro corpi fisici.

Avete capito chi è il protagonista? 
Dai si! Certamente avete riconosciuta la storia! 
Sto parlando di… Mithra!...Scommetto che stavate pensando a Gesù voi invece!




La religione cristiana in verità 
discende dal culto del Sole.



Innanzitutto, la sequenza della nascita ha un’origine del tutto astrologica: La “stella d’oriente” non è altro che Sirio, la stella più luminosa del cielo notturno.


Risultati immagini per stella sirio re magiIl 24 dicembre di ogni anno, Sirio – com’era già noto nei tempi antichi – si allinea con le tre stelle più brillanti della cintura di Orione. Queste ultime tre stelle vengono chiamate, oggi come nell’antichità, “I tre Re”.

La linea retta descritta idealmente da queste 4 stelle (Sirio più “i tre Re” allineati) indica esattamente il punto dell’orizzonte dove il sole sorgerà il 25 dicembre. Ecco da dove viene l’allegoria della stella che, insieme ai tre re che la “seguono”, indica il punto dove il sole (cioè la divinità del Sole) nascerà.

C’è un altro fenomeno molto interessante che si verifica nei giorni tra il solstizio d’inverno e il 25 dicembre: dal solstizio d’estate (Giugno) al solstizio d’inverno (21 dicembre) i giorni diventano sempre più corti e freddi e, dalla prospettiva del nostro emisfero, ovvero quello nord, il Sole appare muoversi verso sud e diventare più piccolo e debole, e quindi il Sole sembra quasi "morire".

Il 22 dicembre la “morte” del Sole si realizza completamente quando cioè raggiunge il punto più basso nel cielo. La cosa particolare è questa: dal punto di vista visivo, il Sole smette di muoversi verso sud per 3 giorni.



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Durante questo periodo, il Sole rimane in prossimità della Croce del Sud (la costellazione di Crux), e dopo questo periodo di tre giorni, il Sole ricomincia a muoversi questa volta verso nord facendo presagire giorni più lunghi, più calore e primavera.

Il Sole è morto sulla croce, morì per 3 giorni per poi risorgere e nascere di nuovo: da qui l'idea di crocifissione, morte per 3 giorni e resurrezione che è comune a tante divinità del Sole come Gesù.

Tuttavia, gli antichi non celebravano la resurrezione del Sole sino all’equinozio di primavera, o Pasqua, e questo perché solo a partire dall’equinozio di primavera il Sole supera la forza maligna dell’oscurità e le ore di luce superano le ore di buio.

La vergine Maria non è altro che la costellazione Virgo (vergine)
Risultati immagini per vergine maria costellazione virgoil geroglifico antico per Virgo era la M modificata, ecco il perché Maria, come molte altre madri vergini, iniziano per M. Alla costellazione Virgo ci si riferisce anche come “Casa del Pane”, la rappresentazione di Virgo è una vergine che porta con se un covone di grano, ed il simbolo del grano rappresenta i mesi di Agosto e Settembre, il tempo cioè della mietitura. È interessante il fatto che Betlemme si traduce letteralmente come “Casa del Pane”.


Gli Apostoli sono semplicemente le 12 costellazioni dello Zodiaco, assieme ai quali Gesù, essendo il Sole, viaggia. 
In effetti, il numero 12 è ripetuto di continuo in tutta la Bibbia.



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Le culture antiche conoscevano la precessione degli equinozi, cioè sapevano che ogni 2150 anni circa il sole nel giorno dell'equinozio di primavera si sposta in un differente segno dello zodiaco seguendo un ordine inverso, e le culture antiche si riferivano a ciascuno di questi periodi di 2150 anni come ad una "Era"

Nella mitologia vengono citate decine di figli di dio, con storie simili a quella di Gesù. Mithra o Mitras (Nemrod) figlio di dio, nato il 25 Dicembre da una madre vergine, successivamente crocifisso e resuscitato a Pasqua, il 25 marzo. Il culto di Mithra si è diffuso dalla Persia all’impero romano.

http://ilnuovomondodanielereale.blogspot.it/2016/12/25-dicembre-svelato-in-principio-era-il.html 





A Beautiful Christmas Card


Beloved Master,
I am seventy now, but still the sexual urge is there. What should I do?
osho-19
Narayandas, you should not do anything. Enough is enough. Just the other day I have received from the great Madhuri a beautiful Christmas card. I must have received thousands of Christmas cards, but this is the most beautiful. And particularly for you, Narayandas, it will be helpful. So I will read this card from Madhuri.
From twenty to thirty, if you are feeling right
It is once in the morning and once at night.
From thirty to forty, if you are still living right,
You skip the morning but continue at night!
From forty to fifty, it is now and then….
And from fifty to sixty, it is God knows when!
From sixty on, if you are still inclined,
Believe me, fella –
It is all in your mind!
Happy Christmas!

Enough for today.
Osho, The Dhammapada: The Way of the Buddha, Vol 8, Ch 6, Q 6

http://www.oshonews.com/2016/12/24/a-beautiful-christmas-card/

sabato 24 dicembre 2016

Osho: La musica del mare





Ho sentito raccontare una storia...
Migliaia di anni fa, una città che aveva moltissimi templi dedicati alle divinità sprofondò nel mare.
Le campane di quei templi sommersi ancora lanciano i loro rintocchi; forse, sono le onde a farle suonare, oppure sono i pesci che, nuotando tutt’intorno, muovono i battacchi. Quali siano le ragioni, quelle campane ancora suonano e perfino oggi quella musica dolcissima può essere udita dalla riva.
Anch’io volevo sentire quella musica, per cui sono andato in cerca di quella spiaggia e, dopo aver vagato per anni, alla fine l’ho trovata. Purtroppo ho potuto ascoltare solo il tumulto del mare: il fragore delle onde che si frangevano contro le scogliere risuonava ininterrotto in quel luogo solitario, ma non c’era musica alcuna, né si poteva udire il rintocco delle campane.
Ho continuato ad ascoltare con attenzione ma su quella riva nulla si poteva udire, fatta eccezione per il continuo ribollire delle onde.
Eppure ho aspettato. In realtà, mi ero scordato la via del ritorno e adesso quella spiaggia ignota e solitaria sembrava essere destinata a testimoniare la fine della mia vita.
Piano piano, perfino il pensiero teso all’ascolto delle campane scomparve; e io mi sedetti su quella spiaggia.
Poi, una notte, all’improvviso udii le campane di quei templi sommersi che suonavano a distesa, e quella musica dolcissima iniziò a colmare la mia vita di gioia.
Sentendo quella musica, mi destai dal mio sonno e, da allora, non sono più riuscito a riaddormentarmi. Adesso qualcuno è costantemente sveglio, dentro di me; il sonno è svanito per sempre e la mia vita si è colmata di luce... infatti, là dove non c’è sonno, non c’è oscurità.
E sono felice. In realtà, sono diventato felicità incarnata; infatti, come può esistere tristezza, quando è possibile udire la musica del tempio di Dio?
Anche tu vuoi raggiungere quella spiaggia? Anche tu vuoi udire la musica di quei templi sommersi? Allora andiamo, incamminiamoci dentro noi stessi: il cuore è il mare, e nelle sue profondità si trova la città dei templi sommersi.
 D’altra parte, solo coloro che sono, in ogni senso, calmi e presenti saranno in grado di udire la musica di quei templi. Come potrebbe mai essere udita questa musica, quando ci sono conflitti fragorosi di pensieri e desideri? Perfino il desidero di udire questa musica diventa un ostacolo che impedisce di sentirla.

Osho: Crea il tuo destino

venerdì 23 dicembre 2016

Un’ex prigione è stata convertita in una fabbrica di cannabis

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Il figlio più giovane di Bob Marley, Damian, torna a far parlare di sé e della sua nuova esperienza nel business della cannabis legale negli Stati Uniti. Pochi giorni dopo aver aperto il suo primo dispensario, Damian ha infatti annunciato l’apertura di una grande fabbrica di cannabis in California.
Non è certo la prima marijuana farm che apre nello Stato, ma non era mai capitato che la cannabis crescesse legalmente dentro il territorio di un ex prigione. Damian Marley, infatti, per la propria coltivazione ha acquistato il terreno dell’ex penitenziario di Coalinga, un terreno di oltre 23 chilometri quadrati.
Una scelta dal forte e rivendicato valore simbolico. «Troppe persone sono state qua dentro per anni per la sola colpa di aver coltivato marijuana, tornare su questo terreno per farlo legalmente è un simbolo di quanti passi avanti può fare l’umanità», ha dichiarato ai media americani.

http://www.dolcevitaonline.it/unex-prigione-e-stata-convertita-in-una-fabbrica-di-cannabis/

martedì 20 dicembre 2016

RINTRONATI DEBOLI E MALATI


Ricordate la storia di Sinbad il marinaio? Un giorno Sinbad e i suoi marinai arrivarono in un paese sconosciuto. Gli abitanti del posto li accolsero con gioia e gli offrirono dei cibi prelibati.
I marinai si nutrirono per molti giorni di queste delizie ma col passar del tempo notarono dei cambiamenti: i loro corpi si erano trasformati in carcasse di grasso. Anche la loro coscienza si era progressivamente onnubilata e per questo motivo i disgraziati non riuscivano più a valutare obiettivamente la realtà. Come si venne a sapere in seguito, gli abitanti locali li avevano rimpinguati per farne carne da macello.
Non smetto mai di ripetere che le fiabe e la fiction non esistono senza un fine, ma mostrano tanti aspetti della nostra realtà che o hanno già avuto luogo in un tempo passato o sono di là da venire.
Ecco un altro semplice dato: in questi ultimi anni, negli Stati Uniti, un terzo delle api è morto. Perché succeda questo, nessuno lo sa con precisione. Cause probabili sono lo smog elettromagnetico derivante dalla telefonia mobile, le piante transgeniche, altri processi chimici in atto o forse tutto questo insieme. Cosa significa tutto ciò... che in futuro non avremo più miele? No, ancora peggio: non avremo le piante che vengono impollinate dalle api. E sapete quante sono? Sono come minimo tre quarti di quelle esistenti. In alcune province della Cina le api sono state direttamente distrutte dai pesticidi e ora le piante da coltura vengono impollinate a mano dai contadini. Ma questo problema non interessa a nessuno.
La situazione è davvero sconfortante. L’uomo, credendosi il re della natura, ha scatenato con arroganza uno scompiglio che sta portando alla distruzione di una biosfera unica nel suo genere, for- matasi nel corso di milioni di anni. Capite che cosa sta succedendo? È come far entrare una scimmia in un laboratorio di chimica: qualsiasi cosa intraprenda questa scimmia, sia pure da posizioni scientifiche o superscientifiche, finirà comunque in un disastro.
L’idea principale che vorrei trasmettere è che noi non siamo controllati da persone concrete, ma stiamo marciando tutti insie- me allegramente e inconsciamente in direzione di una “matrix”, dove ci sarà un controllo totale del sistema. È un processo che avviene sotto l’egida di riforme democratiche e umanitarie, nel quadro di progetti di cooperazione, pace e salvezza dell’umanità, ecc. ecc. Un uomo schiavo del sistema non solo perde la libertà di scelta, ma comincia a volere esattamente ciò che fa comodo al sistema. Quest’evoluzione, però, prende inizio e si muove in modo autonomo, non intenzionale, in conformità alle leggi di autoorganizzazione di un sistema parassitario, cioè sinergicamente. Pochissime persone vedono e capiscono questo stato di cose.

I signori del club di Bildelberg possono anche pensare di essere in grado di controllare qualcosa, ma in realtà si sbagliano. Il sistema inghiottirà anche loro, e anzi, loro ne saranno le prime vittime. La situazione è da tempo fuori controllo e probabilmente questi signori lo sanno già, dato che sono persone molto intelligenti.
Dunque, la nuova realtà non è più quella di prima e le regole di sopravvivenza non sono più le stesse. La civiltà ha compiuto una svolta radicale, allontanandosi dal suo stato di natura e avvicinandosi a una società di stampo tecnogeno. Questo si coglie molto nelle persone, che non sono tanto individui liberi quanto elementi del sistema, padrone della loro energia e della loro coscienza.
Vadim Zeland
http://altrarealta.blogspot.it/2013/12/come-siamo-influenzati-dalla-tecnosfera.html?spref=fb